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venerdì 8 settembre 2017

Riflessioni con l'autunno alle porte

L’estate è il momento peggiore per scrivere: lo schermo di un computer, già caldo di suo, diventa una superficie bollente. Senza contare il richiamo della bella stagione che, avendone la possibilità, ti attira a trascorrere una quantità superiore di tempo all’aria aperta. Molto meglio l’autunno, perché conserva ancora il tepore tipico delle giornate estive e rende il lavoro davanti a un computer sicuramente più invitante. In realtà, non mi sono quasi mai fermato e ho portato avanti vari progetti di scrittura: il prossimo romanzo, la seconda edizione di una pubblicazione già edita, la prossima serie per il blog, la collaborazione con un’autrice indie.
Nella seconda metà di questo stesso anno e nei primi mesi del 2018 le pubblicazioni su carta, in digitale e online non mancheranno.

Sono anche aumentate le preoccupazioni e i malumori da parte della mia editor di fiducia; la persona con il compito di limare, verificare e correggere i miei lavori destinati al cartaceo. Infatti, l’attenzione che dedico a ogni testo narrativo è divenuta tale da rendere insofferente la mia editor: i suoi amati segni di correzione sono vistosamente calati, obbligandola a controlli su controlli per individuare errori che, spesso e per fortuna, non ci sono. È questo l’indicatore che mi permette di constatare i progressi ottenuti in un lavoro, bellissimo ma complicato, come quello della scrittura. Se da una parte posso dirmi soddisfatto e rendermi conto che l’impegno paga, sul fronte della promozione la situazione è invece piuttosto stagnante: non ho lesinato gli sforzi nemmeno in tal senso eppure il parco lettori e acquirenti resta modesto, le opere sono ancora ignorate dalla massa.

Qualcuno potrà obiettare che il settore editoriale è così, pochi sono gli autori che possono ritenersi ripagati – economicamente – dalla scrittura. Purtroppo l’avvento dell’editoria digitale ha ulteriormente avvelenato un mercato già asfittico per gli emergenti, gli eBook sono ormai a portata di qualsiasi persona con un minimo di conoscenze informatiche. Se pubblicare, rispetto a quando ho cominciato nel 2009, appare molto più semplice e immediato la promozione è divenuta uno scoglio impervio. Se promuoversi attraverso social media come Facebook, Twitter, Google Plus, fino a pochi anni fa, era un’operazione con un discreto ritorno in termini di vendite, oggi appare come la predica di un mormone in pieno deserto; pochi o nessuno l’ascoltano. Le motivazioni sono diverse: dalla delusione per la scarsa qualità di libri buttati in pasto alla stampa, dal vertiginoso aumento degli eBook messi in vendita, dai blocchi impostati dagli stessi social media. La colpa di questa situazione è da attribuire all’eccessiva libertà priva di regole: se ci sono autori che pubblicano opere senza un lavoro di editing, se ci sono autori che pubblicano opere a ritmo sostenuto inflazionando il mercato, altri arrancano e finiscono avvolti nel bailamme. Di fronte alle carenze qualitative, allo spropositato numero di titoli, alla eccessiva e martellante promozione sui social media il lettore diventa insofferente. Oltre alle tecniche di marketing online c’è la possibilità di investire in quelle offline ma, queste ultime, richiedono esborsi economici che non garantiscono alcun ritorno. Quindi le strategie di mercato librario sono inutili? Assolutamente no. Sono invece indispensabili e aiutano la diffusione dell’opera: tuttavia, oggi, non sono più risolutive.
Alla fine, e lo dimostra Caprice e il cavaliere, mio titolo di punta, giunto nella classifica fantasy Kobo Mondadori tra i primi tre, un libro si vende da solo.
Spesso, i meccanismi che innescano il suo successo, appaiono imprevedibili o superano le più rosee previsioni.
Fammi conoscere le tue opinioni lasciandomi un commento QUI. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusta riflessione la tua, personalmente penso che tutte le modalità odierne date per poter leggere siano alla portata di tutti e quindi favoriscano la lettura. Capisco quanto sia difficile emergere per uno scrittore perché pubblicano davvero in tantissimi, ma come hai detto tu, un buon libro si vende da solo, quindi bisogna insistere e andare avanti.
Buon fine settimana :)

Alberto Camerra ha detto...

@giardinointeriore

Certo, in conclusione posso affermare che la promozione non è determinante ma aiuta moltissimo. E senza di essa, per quanto un libro possa essere valido e intrigante, non potrà mai evidenziarsi nelle sue piene potenzialità. La riuscita di una pubblicazione, alla fine, è il giusto equilibrio di tanti elementi e, non ultima, un'abbondante dose di fortuna.
:-)
Grazie per il tuo intervento!
:-)