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martedì 2 gennaio 2018

Non chiamatemi Dalila

Lila, per amici, parenti e conoscenti, Dalila all’anagrafe, è una ragazzina dai capelli rossi come le fiamme, e dagli occhi verdi come smeraldi, apparsa in un suo serial online pubblicato sul mio laboratorio di scrittura, a partire dal mese di ottobre, sino al recente Natale. – La donna che fu la rovina di Sansone, portandolo a tradire fede e ideali: la più subdola e malvagia femmina della Bibbia – le ricorda Bozo, uno squinternato maestro di magia dagli occhialini tondi, tenuti insieme dal nastro isolante. Lila, come molti altri adolescenti, non si accetta per quella che è: preferirebbe essere un’altra, giovarsi di un nome diverso che non le rammenti le nefaste origini bibliche e padroneggiare le arti occulte da vera strega. Lei è però figlia del nostro tempo, dove le uniche magie acclamate sono quelle offerte da supporti elettronici mobili come smartphone, tablet e schermi videolucidi; da qui la sua necessità di eludere una realtà effimera per abbracciare qualcosa di molto più profondo.

Partita dalla Sacra di San Michele, nella Val di Susa piemontese – ideale complemento a quello che sarà il mio nuovo romanzo previsto per febbraio 2018 –, Lila s’imbarca in un’avventura dai risvolti imprevedibili che affonda, a piene mani, tra ironia e sarcasmo. Dopo lo stravagante Maestro Bozo, incaricatosi di conferirle non ben note facoltà paranormali all’ombra del mito di Merlino e Artù, Lila tenta la carta offerta dalla guida Carmilla; una stramba fattucchiera che ha eretto il proprio santuario tra candele, incenso e odore di carote fritte per gli avanzi del cibo appena consumato. Qui emerge l’ingenuità della ragazza, talmente concentrata a raggiungere un obiettivo impalpabile molto più grande di lei, da evidenziare i limiti della conoscenza verso il suo stesso corpo. A poco servono gli ammonimenti della zia Costanza: l’occulto non esiste e se dovesse, per assurdo, esistere sul serio, come pensi di poterlo trovare tu?

Lila, caparbia e sbilenca nelle idee, non intende arrendersi di fronte alle difficoltà del cammino intrapreso. E mette, invece, a nudo il tessuto squisitamente casereccio di maghi, streghe, cartomanti di cui è infarcita la nostra penisola. Il suo serial indaga proprio tra le pieghe delle superstizioni, delle illusioni e delle facili suggestioni, tanto familiari nel Mezzogiorno. Non è un caso se la ricerca di Lila si spinge in terra campana, dopo una partenza dalla nativa Torino occulta: sono questi i luoghi canonici che sfoggiano una cultura spiccata per l’occultismo nostrano. È però molto facile incappare nei numerosi ciarlatani protagonisti di drammatici o meno fatti di cronaca; individui privi di scrupoli, carismatici e abili approfittatori di giovanissimi, anziani e persone di ogni età. La sfida di questo mio nuovo personaggio, curato per sette brevi racconti è esattamente questa: raccontare, dalla prospettiva della possibile vittima, quindi sovvertendo l’ordine tragico degli eventi in un’ironia sarcastica, alcuni oscuri misteri della cronaca. In più di un’occasione Lila ne esce per il rotto della cuffia, grazie all’incapacità degli ambigui personaggi in cui s’imbatte e traendo una conclusione umoristica da vicende, altrimenti, ben più drammatiche. Se la ragazza riuscirà nel suo intento, quello di conquistare delle facoltà paranormali legate alla sfera dell’occultismo e della stregoneria, non lo rivelo. È certa invece la lezione che ne trarrà dalla sua ricerca. Perché quello di Lila è un viaggio esteriore ma anche interiore, un percorso di formazione che possiamo intraprendere a qualsiasi età e che, al termine del quale, ci mostrerà i veri valori occulti della nostra comune esistenza. Mi sono divertito a tratteggiare Lila, a farla crescere e a metterla di fronte ai problemi della vita, a sperare e a lottare per raggiungere i propri sogni, a farle capire che, spesso, quello che davvero cerchiamo non è così lontano da noi: basta aprire gli occhi e vederlo.
Il serial Lila appare integralmente QUI.
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