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sabato 18 dicembre 2010

Buoni propositi

I buoni propositi sono quelli che cerchiamo di fare quando, al termine di un anno intenso/statico/soddisfacente/inconcludente, ci affacciamo a grandi passi verso le festività natalizie e, soprattutto, verso il nuovo anno in arrivo. Quattro definizioni stanno bene per quello che è il mio 2010 ormai agli sgoccioli. Un anno andato bene sotto certi aspetti, ma che poteva andare meglio. 
Un anno che si è rivelato sterile, ma nemmeno troppo. 
Più o meno come le stagioni; ognuna diversificata in modo differente, ognuna con le proprie peculiarità e caratteristiche determinanti. Alcuni sono i punti fermi che, alle soglie del natale come un bel pacco regalo da scartare, sto riconsiderando per il prossimo futuro. 

Devo potenziare il mio portfolio lavori, cosa a cui mi sto impegnando da diverse settimane, devo potenziare il parco clienti, e quindi dedicare maggior tempo alla ricerca e al contatto diretto. 
Ma devo anche stringere i tempi per il nuovo libro, operazione questa comunque in cantiere attivo da qualche mese. Un libro diverso, che sotto certi aspetti spiazzerà chi ha acquistato e letto “Fiori nella neve”, ma che rappresenterà una sorta di ambizioso nuovo tuffo dentro il mondo dell’editoria. 
Il materiale è a buon punto, tra poco potrò dedicarmi alla impaginazione, che sto pensando originale e curiosa, e alle immagini relative alla cover. Per quest’ultimo punto non ho ancora una idea precisa, ma soltanto delle bozze mentali (e tra poco sarà il caso che mi metta a lavorare sulle bozze “fisiche”). 
A conti fatti, insomma, i progetti ci sono. Non necessariamente nell’ordine in cui li ho impostati, ma queste sono le tracce che concretizzerò da qui all’inizio del prossimo anno. 
I buoni propositi servono sempre, spronano a fare meglio, spingono a darsi delle direttive e dei tempi da rispettare. Perchè senza dei tempi precisi non si raggiunge nessun obiettivo e, per quanti “buoni propositi” si possano avere, le mete risultano delle chimere irraggiungibili progressivamente più lontane. Dopotutto la vita è un meraviglioso cantiere sempre in movimento.


sabato 13 novembre 2010

Il marchio della discordia

É stato resa nota la proposta vincente del concorso relativo al nuovo marchio atto a rappresentare il patrimonio mondiale delle Dolomiti. Il vincitore si è aggiudicato il favore della Giuria in mezzo ad altri 434 plichi e rispettive presentazioni.
Primo Classificato
Tuttavia, come spesso capita in questi casi, il giudizio non è stato accolto con particolare favore (nè relativamente al primo classificato e neppure al secondo e al terzo). Principali artefici della discordia si sono dichiarati Oliviero Toscani, celebre fotografo e pubblicitario, e il rinomato scalatore Reinhold Messner, oltre ad altre numerose celebrità e gente comune. Di certo ci troviamo davanti a un concorso che deve evidenziare qualcosa di veramente elevato, quel qualcosa che deve rappresentare un bene comune e che va al di là delle leggi di mercato, come potrebbe invece essere un logo per un prodotto specifico destinato al commercio. Quindi il marchio in questione dovrebbe manifestare qualità e sensazioni uniche, percepibili con assoluta chiarezza da parte di chi lo osserva. E naturalmente dovrebbe possedere tutte le caratteristiche necessarie a un marchio “comune”; leggibilità nei diversi colori e nelle diverse dimensioni (specialmente in quelle ridotte), semplicità nella idea e nelle forme. Queste e molte altre peculiarità, comprese quelle richieste dal bando di partecipazione al concorso, dovrebbero essere rispettate ed espresse ben al di sopra di una accettabile media. Ci  sono riusciti i tre premiati? per la Giuria chiamata a giudicare le proposte senza dubbio si. Per chi osserva dal di fuori evidentemente non del tutto. Io mi astengo dall’esprimere giudizi in merito, sia perchè non amo criticare proposte grafiche di altri professionisti, e sia perchè avendo partecipato allo stesso concorso ed essendomi piazzato nella parte bassa della classifica posso sempre augurarmi di andare meglio una prossima volta, e rimane la speranza di aver imparato magari qualcosa da Zucchero Fornaciari; tra gli ultimi a Sanremo ma con tante grosse soddisfazioni successive.
Secondo Classificato




Terzo Classificato


sabato 30 ottobre 2010

Di grafica e di arte pubblicitaria

La grafica è una forma d’arte. Credo infatti che qualsiasi cosa passi attraverso la sensibilità di un artista possa considerarsi tale. Oggi probabilmente in misura maggiore grazie ai nuovi canali multimediali che si avvalgono della stessa producendo film, dischi, pubblicità e fumetti. Proprio da questi ultimi giungono spesso delle conferme a notevoli livelli. Ci sono artisti che prestano la loro arte a tutti gli altri mezzi di comunicazione. Penso ad esempio a Milo Manara, divenuto famoso per la sua capacità di riportare su carta delle figure femminili dalle fattezze sensuali e provocanti. Tanto famoso quanto denigrato, perchè la misura della fama è anche rapportata in relazione a quanti critici ti ritrovi contro. Milo Manara nasce come pittore, per poi abbandonare quasi subito, nell’arco della sua lunghissima carriera, la pittura ed accostarsi al fumetto. Qui collabora con alcuni dei più grandi nomi del settore. Tra cui occorre ricordare l’indiscusso talento di Hugo Pratt. Mi piace però pensare alla sua versatilità nel proporre la propria mano a opere Felliniane come “La Voce della Luna”, di cui disegnò la locandina, e a opere discografiche nei lavori di Lucio Dalla, Riccardo Cocciante e Enzo Avitabile.
Manara è un artista che ha contribuito a rafforzare diverse campagne pubblicitarie e lavori per internet. Diversi sono i suoi ingressi nel settore pubblicitario, dimostrando come una buona vena creativa e soprattutto la sua capacità nel ritrarre l’erotismo (settore in cui la pubblicità è ghiotta con qualsiasi prodotto commercializzato) siano armi assolutamente vincenti e considerevoli. Per permaflex, rinomata azienda bolognese, Manara offre la creazione di Dalidà e un successivo recente spot per la regia di Rosanna Manfredi, dove racconta il momento del risveglio: una giovane donna, bella ed armoniosa come una sirena, nuota in acque buie e profonde. Poi la sua testa emerge pian piano dall’acqua scoprendo un volto bellissimo, lunghi capelli ed un corpo snello e sensuale. Uscita dall’acqua, la giovane donna si incammina eterea verso una grande casa coloniale, entra quasi scivolando e si fa largo tra tende vaporose e veli evanescenti. Al centro della stanza c’è un grande letto bianco, dove giace addormentato un uomo.
La giovane donna si avvicina cauta e bacia l’uomo, che al contatto con le labbra di lei si sveglia di colpo. Insieme al protagonista si risvegliano anche gli spettatori: nell’istante in cui l’uomo apre gli occhi si passa infatti dal cartoon alla ripresa, dal sogno alla realtà. 
A differenza di quanto accade di solito, la realtà in questo caso non è meno splendida del sogno: la donna in carne ed ossa è affascinante e misteriosa come quella sognata e l’uomo rimane a guardarla mentre lei si allontana sorridendo maliziosa. Il pay off  “Il primo istante di un nuovo giorno” chiude lo spot con una nota intrigante: un materasso Permaflex regala un riposo carico di sogni meravigliosi ed un dolce risveglio.

sabato 16 ottobre 2010

Fiori nella Neve

È uscito da un po’ il mio primo libro; Fiori nella Neve. Si tratta di un romanzo pubblicato con boopen editore che mi sta dando ottime soddisfazioni a livello di commenti da parte di chi lo ha già letto. Rappresenta un contenitore dei miei interessi principali e delle mie passioni. La sua genesi, come capita spesso per un libro e soprattutto agli autori esordienti, è stata relativamente lunga; iniziato alla fine del 2006 e concluso nel 2007. Poi c’è stato un lavoro di editing, da parte di un’amica che svolge la mansione di professione, e la ricerca di un editore interessato alla pubblicazione; la parte più difficile, in un mercato avaro di lettori ma molto florido di scrittori. Il romanzo è reperibile sullo store ibs.it e sul sito dell’editore boopen (sulla colonna destra del blog il link per accedervi direttamente). Questa è la trama, versione lunga, che potete trovare anche su anobii e sul network QLibri: “Steve Travel è un uomo con una carriera promettente nel mondo del wrestling. Un atleta che si è sempre distinto per abnegazione e che arrivato in cima alla vetta ha tutte le carte in regola per rimanerci. La vita ha però deciso altrimenti per lui e lo scalza dalle posizioni raggiunte nel modo più doloroso e imprevedibile possibile: da acclamato idolo delle folle diviene un relitto umano in volontario esilio che perde la fiducia in se stesso. Il sistema lo ripudia rivelandosi un ingranaggio dalle spire contorte che divora i valori in cui ha sempre creduto. Il passato diventa un fantasma da cui non riesce a liberarsi, che tormenta il suo presente e mina le basi di un futuro incerto. Il luogo anonimo montano dal nome celebre in cui decide di trascorrere la sua nuova rovinosa esistenza è ironico emblema del suo stato, ma anche un posto dalle insospettate risorse: attraverso un evento drammatico in cui lo coinvolge "Gatto", Steve deve ancora una volta scontrarsi con ciò che è stato, mentre l'ombra del suo più grande amore minaccia di perderlo per sempre.”


sabato 25 settembre 2010

Scrivere, scrivere e ancora scrivere

“Siamo quello che scriviamo, da lì non ci scappi.”
Usava dire la mia vecchia prof. di lettere. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con questa materia, in ogni livello di scuola. Ma credo sia stato ai tempi delle medie superiori che ho sviluppato un affetto particolarmente approfondito per la scrittura. Capita sempre così; chi ha delle difficoltà, o semplicemente un’avversione profonda, per la matematica solitamente ama il suo rovescio della medaglia. La matematica ha leggi ferree, non la puoi inventare o uscire dalle sue regole, i numeri non sono opinioni ma precisi puntelli della fisica e della materia. A differenza della lingua, che ha si anch’essa le sue precise regole, ma ti permette di spaziare con una maggiore libertà. Permette alla fantasia di svilupparsi, di seguire un proprio volo più o meno pindarico. Permette di sognare. Ecco quindi che affascinato sempre dalla fantasia, dai suoi aspetti concreti o estremamente evanescenti, mi sono tuffato prima nella lettura e poi nella scrittura. Scrivere è per me basilare, è un modo di esprimere concetti, di liberare argomenti altrimenti difficilmente in grado di spaziare all’esterno. Scrivere è attingere al proprio interno, scavare a fondo in quello che abbiamo dentro chiuso da compartimenti stagni, trovare la chiave per collegare le stanze nascoste. Se è vero che gli insegnanti hanno il dovere di aiutarti a sviluppare e intraprendere la strada verso cui sei predisposto, devo ammettere che a più riprese hanno cercato di forzare la mia timidezza e cocciutaggine, per spingermi verso corsi di scrittura che permettessero alla mia creatività di maturare con la penna.
Chissà come mai sono proprio gli insegnanti di lettere che ricordo con maggiore affetto, rammentando le loro lezioni, la loro capacità di farci scorgere quel barlume celato dentro le pagine di un libro, dietro la biografia di un autore. Sono stati importanti per la mia formazione e mi hanno aiutato ad amare questa forma di espressione oggi per me indispensabile. Grazie.

mercoledì 8 settembre 2010

Lavori che procedono

Come si suol dire: "il calzolaio gira con le scarpe rotte".
Infatti, pur lavorando nella comunicazione integrata e nel design, quello che ancora mi mancava da pubblicare era il mio stesso sito.
Per la verità una paginetta c'era; la classica home page che segnala la proprietà di un dominio. Ma nulla di più. Giusto il gettone di presenza per avere delle caselle di posta elettronica personalizzate (in fondo, diciamocelo, per quanti ottimi servizi la rete offra, nessuna casella di posta vanta la stessa efficacia di una casella a pagamento).
L'idea è stata quella di pensare ad un sito statico (sono contrario ai classici "effetti speciali" che mirano a imbrigliare l'occhio con tanto fumo e lunghi tempi di caricamento) che, in modo funzionale e professionale, presentasse chi sono e cosa faccio.

Oggi anche i siti non sono più una eccessiva novità. Soppiantati spesso da blog aggiornatissimi e da altri social network. Credo però che una vetrina strutturata in modo personale ed esteso difficilmente possa essere sostituita da altre realtà di rete. Certamente può essere affiancata, si possono trovare dei mezzi per evidenziare il proprio lavoro, e la propria presenza, con maggiore efficacia e, soprattutto, moda. Non dimentichiamoci che molti fenomeni oggi non lo saranno domani. Le nuove tecnologie rendono obsolete settimane e mesi (talvolta anni) di impegno.
Ma un sito, se curato senza troppi orpelli, se ricco di sostanza e poco fumo, se aggiornato con regolarità, ha sempre un suo peso.
Lo potete trovare a questo indirizzo, che è anche quello sulla colonna destra del blog: www.acidea.it

lunedì 30 agosto 2010

Sotto il segno del leone

Questo blog nasce sotto il segno del leone.

Per chi crede all’astrologia occidentale, si tratta di un segno di fuoco, con un diretto legame con il sole e di natura conseguentemente egocentrica. 

Bisognosi di ammirazione e portati per il mondo dello spettacolo, irascibili e di temperamento passionale. Insomma, a dar retta all’astrologia questo sarebbe un blog con un bel caratterino. 

Per quanto mi riguarda si tratta del mio primo personale. Forse il primo che, pienamente, si aggiudica la nomea di “blog”. Trattandosi di una sorta di diario virtuale su quello che è il mio mondo.

Precedentemente ho sviluppato altri spazi internet con ben differenti caratteristiche e, in linea di massima, monotematici: dal fumetto, al wrestling, alla narrativa. 

In realtà, il vero motore che smuove tutto il resto, è il motore fumetto. Un media in grado di racchiudere sia l’illustrazione che la narrativa, con delle notevoli possibilità comunicative.

Rammento il mio primo fumetto acquistato quando ancora giravano le lire (non molto tempo fa, ma il fumetto in questione è decisamente più datato); Tiramolla

Provengo da una famiglia che a questo tipo di media ha sempre dedicato la massima attenzione, ci sono cresciuto e lo ho coltivato.

Il primo fumetto importante, per tematiche decisamente più impegnative pur mantenendo una caratteristica di svago e che ho deciso di collezionare, è stato Zagor

“Il cavaliere misterioso” il primo albo che, spulciando nel mio salvadanaio di allora, decisi di comprare e da cui feci partire una collezione durata, seppure a tempi alterni con in mezzo alcuni periodi di distacco, sin da allora.

A Zagor debbo il mio primo “impegno” verso un periodico a fumetti. Debbo ore, settimane, mesi e anni di letture sempre di buona fattura.


giovedì 19 agosto 2010

Shadowplay... tra le nuvole

Ho visto poche sere fa un film con George Clooney.

I miei attori preferiti sono altri. Tuttavia, le circostanze, mi hanno indirizzato verso questo dvd.



Un film che inizia come una normalissima commediola americana tra le tante ma... sin da subito, l'occhio attento, si rende conto di piccole importanti differenze.
Il concepimento dei titoli di testa infatti è stato affidato al Shadowplay Studio.
Una agenzia di comunicazione multimediale (si autodefinisce come una "piccola boutique") che ha già prestato il proprio estro alle opere di Jason Reitman, regista del film. 

mercoledì 18 agosto 2010

Eccoci

Si comincia.
Da un po' di tempo mi balenava per la testa l'idea di dare voce a vari pensieri sulle mie sfere di interesse.
Essendo un designer della comunicazione e scrittore sono irrimediabilmente attratto dalle arti figurative, dalla scrittura, dal mondo pubblicitario, dal fumetto, dallo spettacolo, dallo sport e dalla comunicazione in genere.

Qui posterò i miei pensieri sparsi.

Tutto quello che, a ruota libera, trova spazio nel fantastico mondo del web.

Buona lettura a chi vorrà seguirmi.