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domenica 9 settembre 2018

Nuvole di fumetto ha riaperto

Ho iniziato a scrivere di fumetto sul periodico Informagiovani attorno al 2002, nella rubrica Nuvole di fumetto, come ricordato di recente QUI. L’opuscolo era un foglio di grande formato, ripiegato su se stesso, in modo da formare un pieghevole – se rammento bene – in sedici sezioni, sopra ognuna delle quali prendeva posto una diversa rubrica mensile: Nuvole di fumetto occupava una facciata. Di lì a poco, ho aperto un secondo inedito canale per l’appuntamento mensile, nel web e su un blog omonimo, che aveva il compito di replicare e diffondere in rete la medesima rubrica. Questo stesso agosto, dopo una lunga sospensione, il blog Nuvole di fumetto ha riaperto i battenti sulla piattaforma WordPress

mercoledì 8 agosto 2018

I Fantastici Quattro... meno due

Scrivevo della nona arte, diversi anni fa, sul mio primo blog: Nuvole di Fumetto. Oggi seguo ancora assiduamente questa forma d’intrattenimento, seppur in forte crisi a causa della carenza di lettori attratti da strumenti d’evasione – cinema, games, video ecc. – che, per ironia della sorte, al fumetto devono tutto. La narrazione di qualsiasi genere è figlia del movimento per immagini e, in questo, la nona arte è legittima antesignana. Torno a scriverne qui per un evento, a mio parere, degno di attenzione. Ci sono voluti tre anni di attesa ma, finalmente, i Fantastici Quattro, il fumetto più straordinario del mondo, come cita, a ragione, il sottotitolo scelto dall’editore, torna in edicola negli Stati Uniti. È un avvenimento molto importante, per i comics americani e nel resto del mondo: il formidabile quartetto è il primo fumetto supereroistico di casa Marvel, nato nel lontano 1961 per opera delle geniali menti di Stan Lee e Jack Kirby.

venerdì 9 giugno 2017

Scriverò Wonder Woman

Presto o tardi, se non si è particolarmente prevenuti verso alcuni media rispetto ad altri, gli autori di narrativa prestano la loro penna anche al fumetto. Sono un autore di letteratura disegnata, uno scrittore che sostituisce le descrizioni, l’espressione dei volti, delle pose, dell’ambientazione, con dei disegni. Il mio disegno cerca di essere una scrittura. Disegno la mia scrittura e scrivo i miei disegni, avrebbe detto Hugo Pratt, creatore di Corto Maltese. Non esiste un buon fumetto senza un buon testo, inutile girarci intorno. Francis Lacassin, studioso e saggista francese, ideatore della prima cattedra di Storia del fumetto alla Sorbona, ritiene questo media la nona arte.

venerdì 4 gennaio 2013

Moreno Burattini: un vulcanologo paroliere

Le parole sono una delle risorse più incredibili e potenti di cui dispone l’uomo. Con le parole si scrivono trattati di pace e di guerra, si sanciscono matrimoni e divorzi, si condannano e liberano intere civiltà. Sono incontenibile eruzione dell’intelletto. Quando penso a Moreno Burattini mi viene naturale inquadrarlo come un vulcanologo che si muove tra le parole con disinvoltura e destrezza. Moreno con le parole ci vive; da vorace lettore prima e da tessitore di trame poi. Pubblica la sua prima storia per la Sergio Bonelli Editore nel 1991 e diventa responsabile unendosi indissolubilmente, nell’ultimo ventennio, al rilancio dell’evergreen di casa Bonelli; Zagor (personaggio a cui sono particolarmente legato dall’infanzia, come ho già scritto in altra occasione qui). 

lunedì 26 settembre 2011

Amico Sergio

Quando a metà di questa giornata ho appreso la notizia in un breve primo comunicato televisivo, sono rimasto, come immagino molti altri con me, senza parole. Sergio Bonelli ha rappresentato l'immaginario collettivo di intere generazioni di lettori. Se pensiamo che il suo Zagor ha compiuto da poco i cinquant'anni di presenza ininterrotta in edicola, i conti son presto fatti. Sergio Bonelli, che ha raccolto l'eredità editoriale del padre, sarà ricordato oltre che per aver condotto con successo le redini del colosso fumettistico milanese, anche per aver creato e scritto a lungo, in prima persona, il già citato Zagor e il pressochè autobiografico Mister No. Io seguo da anni il primo, che è stato il mio primo acquisto in età fanciullesca, ed ho seguito con ancor più affetto il secondo; personaggi tanto diversi quanto simili, nella loro straordinaria carica di umanità. Si dice che, in quanto si scrive, trapela una gran parte di noi, di ciò che siamo e pensiamo. E, da questo punto di vista, non può che essere così; lo testimonia il rapporto instaurato da Sergio con i suoi lettori. Si prendeva il carico, caso più unico che raro nel mondo dell'editoria, di rispondere personalmente con carta e penna a quanti desideravano corrispondere con lui.
Ho avuto anche io questo privilegio, quache anno fa, ai tempi della pubblicazione periodica del pilota amazzonico Mister No. Sergio mi rispose con la consueta franchezza e cortesia; tratti caratteristici che lo facevano apparire non come un personaggio chiuso nei meandri di un importante impero fumettistico, ma come una persona alla mano. Un amico a cui scrivere e parlare delle passioni comuni; il fumetto. Quei personaggi la cui passione condivideva con i suoi lettori. Perchè, prima di essere un editore, prima di essere uno degli sceneggiatori italiani più amati con lo pseudonimo di Guido Nolitta, Sergio Bonelli era questo; una persona che amava quello che faceva, una persona che amava il fumetto.
Grazie, amico Sergio.

sabato 16 aprile 2011

Il re dei sette mari

Ispirarsi significa prendere spunto e rielaborare quello che incontriamo sulla nostra strada ogni singolo giorno. Può trattarsi di una particolare foglia d’acero caduta a terra, mentre passeggiamo verso un sentiero di campagna. Può trattarsi di una conchiglia che trattiene in sè il suono del mare, mentre assaporiamo la spiaggia e le onde che la bagnano. Il mare, per esempio, è un’infinita fonte di ispirazione. Lo è l’acqua salata che lo forma, lo sono i pesci che lo affollano, lo sono le navi che lo solcano, lo sono i colori che lo arricchiscono. Anche la letteratura disegnata, il fumetto, guarda con interesse al mare.
Molti sono i supereroi prodotti nei fumetti statunitensi. In linea di massima si tratta di individui dall’apparenza normale che un “qualcosa” ha tramutato in esseri dotati di straordinarie capacità che si adoperano per il bene comune. Spesso a rimetterci è la loro esistenza “normale”, celata grazie all’utilizzo di maschere e costumi più o meno pittoreschi in grado di mantenere anonimi i loro veri nomi e le rispettive identità; il tutto per permettere di salvaguardare i propri cari in caso di ritorsioni. Alcuni poi non possiedono nemmeno particolari poteri, ma hanno spinto agli estremi le loro naturali abilità (Batman ne è un classico esempio). Tuttavia, tra la schiera di personaggi dei fumetti che più mi sono cari, ne esiste uno che per caratteristiche si discosta dal genere; Aquaman
Il re dei sette mari nutre di un discreto numero di fans italiani grazie anche a una serie di cartoni animati andati in onda sul finire degli anni settanta e negli anni ottanta e che ha riscosso un grosso successo tra gli spettatori dell’epoca. Diversa è invece la sua carriera fumettistica spesso messa in ombra da nomi più celebri e iconistici. Rammento il periodo in parte pubblicato dalla editrice Cenisio e illustrato da un dinamico Jim Aparo. In questa sequenza di numeri (ospitati prima su Wonder Woman e poi su Batman) Aquaman, al secolo Arthur Curry cresciuto dal guardiano del faro Tom Curry e figlio della atlantidea regina Atlanna, vive le sue avventure sottomarine scontrandosi con caratteristici avversari come Ocean Master, Manta Nera, il Pescatore, Squalo Tigre. Sostanzialmente Aquaman è un vero uomo pesce che vive nelle profondità marine ma che, per brevi periodi di tempo (un’ora alla volta) può emergere nel mondo di superficie. Molto più forte di un essere umano ha il potere di nuotare a velocità inimmaginabili, grazie a particolari abilità mentali ha la capacità di richiamare e farsi ubbidire da ogni creatura marina. E forse motivo del suo fascino è questa sua ultima caratteristica che lo rende, a tutti gli effetti, re dei sette mari. Negli anni, come accade per molti personaggi nel tentativo di rilanciarli, è stato sottoposto a limitati ma anche radicali restyling di immagine e peculiarità. Tanto che il suo posto è stato persino occupato da un altro personaggio con lo stesso nome. Oggi, che i diritti dei personaggi della DC Comics sono saldamente nelle mani della Planeta De Agostini, spero in un rilancio italiano delle sue gesta. Fosse solo per potermi accapparrare il famoso ciclo realizzato da Jim Aparo parzialmente inedito da noi (speranza non campata per aria, considerando l’attenzione dell’editore verso il recupero di storici cicli di storie dei personaggi della DC, specie nell’ottica di un previsto rilancio statunitense).

lunedì 30 agosto 2010

Sotto il segno del leone

Questo blog nasce sotto il segno del leone.

Per chi crede all’astrologia occidentale, si tratta di un segno di fuoco, con un diretto legame con il sole e di natura conseguentemente egocentrica. 

Bisognosi di ammirazione e portati per il mondo dello spettacolo, irascibili e di temperamento passionale. Insomma, a dar retta all’astrologia questo sarebbe un blog con un bel caratterino. 

Per quanto mi riguarda si tratta del mio primo personale. Forse il primo che, pienamente, si aggiudica la nomea di “blog”. Trattandosi di una sorta di diario virtuale su quello che è il mio mondo.

Precedentemente ho sviluppato altri spazi internet con ben differenti caratteristiche e, in linea di massima, monotematici: dal fumetto, al wrestling, alla narrativa. 

In realtà, il vero motore che smuove tutto il resto, è il motore fumetto. Un media in grado di racchiudere sia l’illustrazione che la narrativa, con delle notevoli possibilità comunicative.

Rammento il mio primo fumetto acquistato quando ancora giravano le lire (non molto tempo fa, ma il fumetto in questione è decisamente più datato); Tiramolla

Provengo da una famiglia che a questo tipo di media ha sempre dedicato la massima attenzione, ci sono cresciuto e lo ho coltivato.

Il primo fumetto importante, per tematiche decisamente più impegnative pur mantenendo una caratteristica di svago e che ho deciso di collezionare, è stato Zagor

“Il cavaliere misterioso” il primo albo che, spulciando nel mio salvadanaio di allora, decisi di comprare e da cui feci partire una collezione durata, seppure a tempi alterni con in mezzo alcuni periodi di distacco, sin da allora.

A Zagor debbo il mio primo “impegno” verso un periodico a fumetti. Debbo ore, settimane, mesi e anni di letture sempre di buona fattura.