Il telecronista si asciuga la fronte imperlata di sudore con un fazzolettino di carta. L’aria condizionata non è sufficiente a mitigare l’ansia provocata dall’evento tanto atteso e il pubblico ha già scelto per quale campione tifare. Brossura ha dalla sua una carriera pluriennale, costellata da riconoscimenti, coppe e medaglie di ogni sorta: è un peso massimo capace di superare i rigori del tempo. Ebook è lo sfidante, un peso leggero che gode della stima di un pubblico numericamente inferiore ed è guardato dagli altri con sospetto e disprezzo persino palpabili. Per qualcuno, Brossura è giunto alla parabola discendente della sua carriera, diventando lento e prevedibile, sofferente ai colpi ricevuti e sempre più in difficoltà nel riprendersi.
Mentre Ebook, nonostante sia spalleggiato da una minoranza di tifosi, con una tecnica ancora rozza e imprecisa, sta conquistando risultati in una lenta, e lontana, scalata al vertice. Le scommesse sono aperte e le puntate sono orientate verso i punti deboli dei due avversari: l’età e il fiato pesante di Brossura contro l’inesperienza e i pugni ancora leggeri di Ebook. Il telecronista prende dal taschino un secondo fazzolettino; il momento è critico. Carta e digitale sono spesso visti in questo modo: come due avversari. Due pugili dalle prospettive diverse quanto, differenti, sono i loro rispettivi sostenitori. Per gli estimatori della carta – la maggioranza dei lettori, va precisato – non esiste un supporto di lettura alternativo alla brossura. Il solo nominare, davanti a questi ultimi, il libro digitale, equivale a scatenare una reazione di sdegno e rifiuto. Non è una mera questione di scelta o di gusto, ritengono il libro un sinonimo della carta. L’intolleranza verso il digitale è inamovibile, il solo nominarlo diventa quasi eresia.
L’eBook rappresenta, per i sostenitori del libro cartaceo, un oggetto curioso. Una moda – certamente transitoria – bizzarra e a esclusivo appannaggio di chi maneggia diavolerie elettroniche rettangolari dallo schermo lucido. Il lettore di eBook è molto più tollerante: in fondo si tratta di qualcuno che proviene dalla barricata opposta, che conosce la brossura e l’ha persino apprezzata per tanti anni. Poi, qualche folle amico, lo ha iniziato alle sirene digitali e, da quel momento, incredibilmente, contro qualsiasi sua previsione iniziale, non è più riuscito a smettere. Anzi, a sua volta il lettore di eBook ha avuto l’ardire di stuzzicare altri lettori di libri di carta, per tentare di portarli dalla propria parte. Tuttavia, essendo, come loro, un semplice fruitore e non un abile venditore, l’operazione si è dimostrata più difficile del previsto. Il virus non ancora propagato è stato circoscritto e tenuto costantemente sotto controllo. Il virus digitale, simile a un fastidioso raffreddore, ogni tanto colpisce una nuova vittima. Però, a dimostrazione che non sempre l’Italia risulta inferiore agli altri paesi, si propaga con un andamento dinoccolato – con grande soddisfazione dei sostenitori di Brossura, si capisce –. In realtà, già da qualche anno, gli editori stanno allenando entrambi i contendenti: ben consapevoli delle crepe, ogni giorno più profonde, di Brossura e della inadeguatezza di Ebook nel sostenere i limiti del compagno di squadra. Un momento! Da quando i due sono passati alla stessa scuderia? Non erano degli acerrimi rivali? Sì, lo erano. E per una discreta parte degli estimatori di Brossura ancora lo sono. Ma il pubblico, si sa, tende e dimenticare in fretta i propri miti. Il problema è che per ogni mito sbiadito nessuno sa quanto tempo occorra per trovarne uno di nuovo. Così, il telecronista può solo limitarsi a preparare l’incontro e tentare di sopportare la tensione con un terzo fazzolettino di carta.
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