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giovedì 12 novembre 2015

Tra editore e libreria passa la distribuzione

Il lettore ancorato alla tradizione del libro cartaceo e poco propenso agli acquisti attraverso la rete, sceglie la rivendita fisica. Se la scelta ricade su uno scrittore noto, pubblicato da un gruppo editoriale rinomato, non ci saranno difficoltà di sorta: una manciata di copie saranno sempre presenti sugli scaffali. Ma se lo scrittore è poco noto, oppure esordiente, e la casa editrice pubblica un basso numero di copie, cosa succede? Spesso il libro è introvabile. E, alla domanda circa la sua reperibilità, il gestore del punto vendita può rispondere in vari modi: A) Deve ancora uscire. Arriverà con le prossime ordinazioni. B) Ne sono arrivati pochi e li ho venduti tutti, bisognerà aspettare il riordino.

Nell’esempio A, il rivenditore/libraio tenta di prendere tempo: non sa nemmeno di cosa stiamo parlando, molto probabilmente, ma ha l’animo del commerciante e offre una speranza nebulosa. In questo modo torneremo nella sua rivendita e, magari, delusi per il libro non arrivato, gliene acquisteremo un altro. Nell’esempio B, pur non sapendo nulla del titolo richiesto, il rivenditore/libraio offre la falsa speranza di conoscerlo e dichiara che il suo punto vendita ha il pregio di averli persino esauriti. Così punta a farci tornare di nuovo, ben sapendo di mentire, ma sempre desideroso di farci scegliere un titolo disponibile.

Esistono molti altri esempi, mi fermo a questi due. Perché il libraio non è da colpevolizzare, se l’indole del commerciante prende il sopravvento. In fondo lui deve fatturare, a fine mese. Come un fruttivendolo, un barista o qualsiasi altro esercizio di rivendita. Se il fruttivendolo non dispone del tipo di mele che ci piaceva tanto, sicuramente proverà a vendere, in alternativa, una marca in offerta, o comunque presente nel suo negozio. Però il fruttivendolo – come il barista e il libraio – vende solo la merce che gli è fornita. Sigla dei contratti per una serie di prodotti con un distributore. Talvolta, i contratti sono esclusivi, perché il distributore è molto importante e grosso. Quindi, se la responsabilità di scelta non è del rivenditore, può essere del produttore/editore? Lo è solo in parte. Un editore rinomato ha una grande quantità di titoli e, da solo, può permettersi di riempire buona parte degli scaffali di una libreria. Un piccolo editore non ha questo potere. Di conseguenza, se un libraio è costretto a scegliere, punterà al colosso editoriale: perché gli porterà in libreria scrittori famosi e libri ben pubblicizzati, perciò con buone possibilità di vendita. È la legge dei numeri: il distributore ha una forza consistente e pretende una grossa percentuale sul prezzo di copertina. In molti casi, il piccolo editore non può permettersi di rischiare quella grossa percentuale, stampa meno copie e si affida a distributori locali o regionali. Spesso, quel libro non arriva nemmeno su ordinazione in libreria. Mi è accaduto in occasione delle opere cartacee pubblicate con il precedente editore. Per fortuna, come scritto un paio di mesi fa, ho risolto il gravoso problema rivolgendomi a un nuovo editore: Youcanprint Edizioni. Adesso, con il Natale in rapido avvicinamento, l’idea di regalare un libro è sempre tra le migliori. Con una tempistica attorno alle due/tre settimane, qualsiasi libreria è in grado di reperire il mio Caprice e il cavaliere. Grazie a un solido accordo con Fastbook; leader nella distribuzione libraria in Italia, che rifornisce oltre 4.500 librerie. Comprese IBS, La Feltrinelli e Mondadori.
Fammi conoscere le tue opinioni lasciandomi un commento QUI.

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