Quando penso agli scrittori e ai poeti maledetti ho davanti una scena precisa di un film, tratto da uno dei capolavori della letteratura mondiale: Chiedi alla polvere. L’impatto del titolo è potente, unico, probabilmente tra i più riusciti nella storia dell'editoria, singolare come il John Fante che ha scritto l’opera e il protagonista, azzeccato, della riuscita pellicola omonima.
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lunedì 28 marzo 2022
lunedì 7 agosto 2017
Un'estate di scrittura in prima, terza o seconda?
Se qualche anno fa mi avessero chiesto quale fosse la mia tecnica di scrittura preferita, non avrei avuto alcun dubbio: da sempre, come certamente sa chi mi legge, sono un accanito fan di Terry Brooks; autore che pubblica libri in terza persona con punto di vista limitato episodicamente. In sostanza, lo scrittore statunitense, celebre per il suo ormai quarantennale ciclo di Shannara, sfrutta un metodo di scrittura che prevede un salto narrativo da personaggio a personaggio: la storia è raccontata rigorosamente in terza persona al passato, vissuta da Allanon per una quarantina di pagine consecutive – due o tre capitoli – per poi conoscere la storia attraverso le azioni di Amberle o di un altro protagonista del libro. Quando ho iniziato a scrivere Fiori nella Neve, il mio primo romanzo, utilizzare questa tecnica mi è sembrato del tutto naturale, proprio perché la ritenevo nelle mie corde di lettore.
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lunedì 6 febbraio 2017
L'erotismo narrativo è femmina
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venerdì 5 febbraio 2016
Dark Agnes, emancipazione e spade
Del mio amore per le opere e per lo stile di Robert Ervin Howard ho scritto in varie occasioni. E mai abbastanza. In soli undici anni di professione – dal 1925 al 1936 –, dovuti alla prematura scomparsa, Howard riesce a pubblicare un nutrito numero di racconti, poesie e romanzi. Ho sviscerato sin dall’infanzia i suoi personaggi, soffermandomi su quelli che l’editoria classica proponeva in volumi rilegati e ristampe continue. Il primo approccio l’ho avuto con Conan, il barbaro: la sua creatura di maggiore fama e diffusione tra fantasy, avventura, miti e leggende, approdato a fumetto e cinema. In seguito ho scoperto e mi sono appassionato di Solomon Kane: lo spadaccino puritano del XVI° secolo, dotato di uno spessore psicologico superiore, rispetto al più famoso Conan, si muove tra Europa, Africa e America in un preciso sfondo storico affiancato da atmosfere e creature fantasiose.
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martedì 20 ottobre 2015
Indie: tanta passione, tanto lavoro
Grazie all’avvento degli smartphone, la parola selfie è entrata da qualche tempo nel linguaggio comune. Il termine, derivato dalla lingua inglese, è un autoscatto realizzato con una fotocamera digitale: qualcosa di prettamente amatoriale che, nonostante i mezzi sempre più sofisticati e i possibili buoni risultati dello scatto, non può sostituirsi all’esperta mano di un fotografo professionista. Non garantisce un risultato di alto livello artistico e, se accade, nella maggior parte dei casi l’esito è casuale, raramente ripetibile. Un selfie è l’espressione moderna del narcisismo. È diventato talmente popolare, tanto nei vip quanto nelle persone comuni, da attecchire, come concetto, anche in altre forme di comunicazione.
martedì 9 giugno 2015
Per non restare mai più senza parole
Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse… mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire, scrive William Shakespeare nel Sogno di una notte di mezza estate, a riconferma che ogni estate rinnova in sé il mistero della vita e del sentimento, in un alternarsi senza tempo. Questa, scelta per aprire la pagina dedicata alle frasi d’amore è comunque solo la prima citazione, tra migliaia di altre, presente su FrasiCelebri.it: il sito padovano leader, in Italia, nel suo genere.
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lunedì 4 agosto 2014
La maschera dello scrittore
Tempo di vacanze. Di lago, mare o montagna per i fortunati che possono permetterselo, ma anche di classici fuori porta per chi è costretto a un break molto più contenuto. In questo periodo dell’anno ognuno di noi tende a tirare fuori la parte reale di se stesso, quella tenuta nascosta negli altri undici mesi, e si dedica a quello che preferisce. È così anche per chi scrive. Lo scrittore ha però facoltà di mascherarsi come altri non possono assumendo nomi di fantasia che nascondono la sua vera identità. Ne ho scritto qualche mese fa, riferendomi a Normal Bean, pseudonimo del grande Edgar Rice Burroughs – ricordato per il suo John Carter di Marte e, soprattutto, per Tarzan delle Scimmie –.
giovedì 13 marzo 2014
Tarzan, Marte e ambientazioni
L’amarezza, le delusioni, le difficoltà legate alla mancanza di una qualsiasi stabilità nel tentativo di sbarcare il lunario, lo hanno portato, disperato, sull’orlo del suicidio. Quante volte hai sentito ripetere frasi simili? L’attualità è fin troppo generosa nell’offrirci quadri impietosi come questo. Specie oggi, a causa della crisi e di un tam tam mediatico che non ha precedenti. La disperazione è sempre stata una delle subdole compagnie dell’uomo. Non solo nel ventunesimo secolo. Edgar Rice Burroughs ci è passato, uscendone per un soffio, nel 1912. Aveva appena consegnato, a un editore americano, un romanzo fantascientifico: Sotto le lune di Marte.
sabato 8 febbraio 2014
Obiettivo su Flash
Tra gli autori a cui mi sono ispirato, per sviluppare il percorso di scrittura che oggi sto cercando di proseguire, c’è il talentuoso e prolifico Robin Wood. È conosciuto in Italia per una produzione, come sceneggiatore e soggettista, in buona parte uscita sotto l’etichetta della casa editrice romana Eura Editoriale, specializzata nella proposta di fumetti di matrice europea e sudamericana. Dalla sua penna sono nati gli eccellenti Nippur di Lagash, Martin Hel, Gilgamesh, Amanda e, soprattutto, Dago: lo schiavo veneziano diventato rinnegato e seguito, negli ultimi vent’anni, da un pubblico vastissimo.
lunedì 5 agosto 2013
Scrivo dalla sedia a sdraio
“Qualche anno fa ho iniziato a inviare fotografie in cui ero ritratto in una sdraio, sulla spiaggia, a occhi chiusi, mentre mi crogiolavo al sole. Le avevo fatte stampare su cartoline postali, con la dicitura: - Questo sono io mentre lavoro -.
Era un messaggio ironico, naturalmente, ma in realtà è il modo in cui uno scrittore effettua una parte del suo lavoro più importante”. Lo stralcio virgolettato qui sopra non è farina del mio sacco, è tratto da “A volte la magia funziona”, una sorta di manuale biografico scritto da Terry Brooks. Se mi segui da tempo, in rete o fuori dalla stessa, conosci il mio particolare rapporto con l’autore statunitense nato a Sterling sotto il mio stesso segno zodiacale (i maligni potranno dire che è la sola cosa ad accomunarmi a lui).
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